La Collina degli Elfi

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Con gli occhi di una mamma

Prima di venire qui alla Collina mi sentivo come una “zattera alla deriva” perché, dopo aver provato un dolore così forte a seguito della malattia di un figlio, perdi completamente la meta e l’orientamento e non sai dove andare. La tua identità, la tua persona e i tuoi bisogni, sono schiacciati, eliminati e hai la netta sensazione di non essere più viva. Non sapevo da dove ripartire… parlavo, facevo… ma non avevo una meta e mi lasciavo trasportare dalla routine quotidiana.

Quando devi affrontare un’esperienza del genere come mamma pensi solo a tuo figlio e a come sostenere la famiglia. Tutto il resto non esiste, non c’è più spazio per te.

Ma è proprio da quella zattera alla deriva che inizia il viaggio di consapevolezza di una mamma che, assieme alla sua famiglia, ha deciso di approdare nel piccolo lembo di terra della Collina degli Elfi. Un’esperienza durata una settimana che, secondo le sue parole, ha rappresentato un modo per affrontare e vedere la propria esistenza con nuove lenti: «qui alla Collina ho preso coscienza del punto da cui devo ripartire e di quello di cui ho bisogno. Tutte cose che probabilmente già sapevo ma su cui non avevo mai avuto il tempo di soffermarmi. Ora mi sembra di essere rinata in un’altra vita e sono pronta a percorrerla con molta più consapevolezza.

L’opportunità che voi ci avete offerto è stata grandissima e solo vivendola la si può apprezzare: è veramente un peccato che qualcuno non conosca la vostra realtà e quindi mi propongo di farvi da portavoce quando tornerò a casa. Anche mio figlio l’ha vissuta come la cosa più bella che ha fatto, tanto da paragonarla, anzi preferendola, al salire sul lettone grande di mamma!

Nel raccontarsi fluiscono emozioni, c’è bisogno di fermarsi per riprendere fiato e lasciare che le parole scorrano libere.

Non pensavo di provare emozioni tanto forti, come avvicinarmi la prima volta ad un cavallo, e non pensavo che mi potesse piacere così tanto. Da tutte le attività che ho fatto mi sono portata via qualcosa da custodire e la loro differenziazione ha permesso ad ognuno di esprimersi nel canale che sentiva più vicino.

Ma quello che mi ha colpito maggiormente è la vostra passione e coerenza. La coerenza tra quello che dite, quello che fate e come vi comportate mi ha fatto sentire accolta e mi ha trasmesso tranquillità. Ma anche la passione che mettete nel lavoro la si vede nei vostri volti, tutti diversi (perché anche noi leggiamo nei vostri volti così come voi fate con noi…) ma che rispecchiano la voglia di fare e ciò in cui credete.

Qui alla Collina, pur avendo un ricambio continuo di volontari, abbiamo sempre avuto dei punti di riferimento fissi che ci hanno guidato e che ci hanno fatto vedere quelle cose che non riuscivamo a vedere. Perché spesso si brancola nel buio e si ha bisogno di un punto di ripartenza per non rimanere “invorticati“.

La zattera è lì che aspetta. Oggi c’è mare calmo e con le giuste pagaiate può arrivare dove desideriamo condurla. Le rotte sono infinite…