La Collina degli Elfi

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Corsa, salto, lancio… l’attività motoria a La Collina degli Elfi

Se ne sente parlare spesso, in ambito scolastico e non, secondo le linee di indirizzo fornite dall’OMS, ed in generale per il perseguimento di uno stile di vita sano. Soprattutto per i più piccoli, però, l’attività motoria dev’essere un momento quanto più divertente ed appetibile.

In Collina si scopre un’attività motoria che mette al primo posto le specifiche necessità dei nostri piccoli ospiti, e ce la racconta il terapeuta che quest’estate ci ha donato il suo tempo ed il suo prezioso lavoro.

Daniele, che tipo di attività svolgi in Collina?

Sono Daniele Turini, sono laureato in scienze motorie e la mia formazione è stata molto incentrata sull’ambito scolastico e sui bisogni educativi speciali. Questo non significa lavorare solo su problemi legati alla salute ma anche alle questioni socio-culturali, quindi su tutti i bambini che possono avere qualche tipo di svantaggio.

Qui in Collina faccio semplicemente svolgere dell’attività motoria ai bambini ospiti, adattandola in funzione della situazione di salute. Non solo tengo in considerazione quello che biologicamente il singolo bambino può fare, ma anche il carattere, il grado di motivazione e di interesse nello svolgere l’attività. Quest’ultimo aspetto è importante perché soprattutto i bambini più piccoli spesso non hanno esperienza dell’ambito scolastico ed hanno avuto meno possibilità di vivere momenti socializzanti.

Di ogni bambino io so, prima di cominciare, qual è stata la malattia, se ha terminato la terapia, qual è il suo stato attuale ed adatto gli schemi motori da sottoporre loro. Se per esempio correre, saltare, afferrare, lanciare sono abilità motorie da sviluppare in bambini di quella fascia d’età, strutturo percorsi o giochi che li comprendano, ma faccio un lavoro preventivo di adattamento, per esempio con stimoli sostitutivi. Ovviamente tutti devono poter fare tutto: non esiste la possibilità che un bambino salti una parte perché ha il catetere venoso o non può subire traumi alla colonna – l’attività è pensata per tutti.

Il primo obiettivo è far divertire i bambini: questa è la cosa più importante. Sta a me trovare il modo di far loro fare cose utili ma allo stesso tempo permettere loro di vivere un’esperienza positiva.

Dal timore di non farcela che si è affacciato in me il giorno prima di cominciare, sono passato a farmi trascinare dai bambini stessi: loro si divertivano moltissimo e, divertendomi anch’io, sono riuscito ad esprimermi al meglio.

Per i bambini della Collina l’attività motoria è ancora più importante che per gli altri bambini, e fa parte a tutti gli effetti della terapia non farmacologica. Sta a noi renderla appetibile, come un genitore che deve cucinare le verdure.

Ci hai raccontato prima di aver condotto uno studio su un vasto campione di bambini per indagare se e come le capacità motorie fossero influenzate da difficoltà da vario genere. In Collina la percentuale di bambini con necessità specifiche è ovviamente più alta rispetto al campione che hai analizzato. Come sei approdato in questo mondo?

Ne ho sentito parlare da vari amici in zona Asti, inoltre dall’Università di Asti mi hanno indirizzato dicendomi che si cercava una figura professionale con requisiti che mi sentivo di possedere.

Ho trovato un posto magnifico, ho chiacchierato un po’ con Luisella Canale, la presidente onoraria dell’Associazione, e ho subito detto di sì. Già partendo da casa, sapendo che sarebbe stata un’attività utile ai bambini e non un contesto lavorativo qualunque, ero certo sarebbe stato un sì.

Certamente il fatto che la Collina possa avere figure esperte nei singoli ambiti di intervento porta valore al progetto e, in collaborazione con i nostri terapeuti, è anche il valore umano a crescere. I risultati si vedono ed il “Modello Collina” si sta affermando grazie al vostro lavoro.

Mi fa piacere rientrare in questo gruppo. Per me è una medaglia!