La Collina degli Elfi

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Ogni giorno è un nuovo risveglio

Prestare attenzione alle piccole cose e scoprire il segreto del vivere nelle sue pieghe nascoste è un piccolo esercizio di consapevolezza che ogni giorno dovrebbe far parte dei nostri pensieri. Molte volte c’è bisogno di una breve sosta per metabolizzare tutto ciò e dare vigore a una ripartenza dopo un lungo periodo di sofferenza. Nel lento fluire delle parole di un padre che insieme alla moglie e due figli hanno varcato la soglia della Collina degli Elfi trapela la voglia di mettersi in gioco ma anche le innumerevoli paure passate e future.

All’inizio, quando ci hanno proposto di trascorrere tutti insieme una settimana alla Collina, ero titubante perché avevo paura di riaprire uno scrigno che conteneva quello che mi aveva fatto soffrire. Dalla sospensione delle cure di mio figlio, io e mia moglie abbiamo cercato di ritrovare nuovamente un equilibrio che avevamo perso. Ma non è stato facile: era pur sempre un equilibrio instabile.

Nei giorni trascorsi alla Collina ho potuto dar voce a quello che sentivo e per me non è stato così scontato. Sono uno di poche parole perché non voglio gravare sulle persone che mi stanno accanto, anche se in me c’è la voglia di esprimermi. La malattia di mio figlio non mi ha dato il tempo di metabolizzare quello che ci stava succedendo. È diventato improvvisamente tutto pesante, ero sommerso dai doveri, un dovere dietro l’altro e non trovavo più piacere nelle piccole cose della mia vita quotidiana. Mi sentivo spento, io che ero sempre stato una persona piena di entusiasmo, curioso e intraprendente.

Qui alla Collina ho trovato sicuramente un ritmo che mi verrebbe da definire con la parola “leggerezza”. Presi dal flusso quotidiano non si ha mai il tempo per fermarsi a pensare e dedicarsi un po’ di più alla persona che ci sta accanto o soffermarsi a riflettere sui veri bisogni dei figli. Qui è stato possibile

Una leggerezza che trapela anche dal viso sorridente della moglie che ha vissuto l’esperienza come un punto di forza e di ripartenza: «tutti dovrebbero avere la possibilità di guardarsi dentro e provare delle sensazioni che ti fanno vedere te, tuo marito e i tuoi figli con occhi diversi. Oggi mi sento parte di questa lenta trasformazione che ci ha coinvolti nella ricerca di un po’ di serenità. E quindi vi ringrazio per quello che ci avete fatto vivere. Per me la Collina è  stata una “fabbrica di emozioni”».

Ma il dialogo, il confronto, lo stare insieme, il gioco, il ridere, il piangere, il condividere sono parti importanti della nostra esistenza e hanno come contraltare “l’altro”, quello con cui ci rapportiamo ogni giorno facendo parte di una comunità di esseri viventi. 

Il primo giorno ci avete detto “chiedeteci, che ci fa piacere”. Ma io – sottolinea il padre – ho fatto fatica inizialmente a fare mia quella frase, perché ero abituato a fare tutto da solo e a non far pesare i miei problemi sugli altri. Poi mi sono sentito compreso, coccolato: ho visto passare in una settimana tante persone differenti, ognuna con il suo vissuto e con la sua giusta dose di sensibilità. Questo è stato molto stimolante e non penso che nella mia vita possa ripetersi un’esperienza simile

Ogni giorno è un nuovo risveglio, che fa di noi i veri protagonisti della nostra esistenza e come dice Franco Arminio:

Le persone si incontrano per rinascere. Nascere non basta mai a nessuno